ANNIVERSARIO DI “SCIESOPOLI” (1945 – 2015)
Sono passati i giorni,
e gli anni,
tanta neve è caduta sui sentieri
dell’immenso parco
e mille foglie d’autunno
hanno accarezzato la solitudine
di quelle vecchie mura.
La pioggia ha rigato come lacrime
le vuote finestre
che ancora tremano
al vento freddo di gennaio.
L’enorme Palazzo è ancora là,
poco dietro i nostri ricordi,
guscio vuoto
di una vita ritrovata e perduta.
Sono passati gli uomini,
e le loro storie,
tanti bambini sono volati oltre l’azzurro,
oltre il tempo.
Di loro solo gli occhi
spiccano ancora lucenti
dietro le fotografie ingiallite,
una cornice sbiadita a far da scudo
all’Orrore.
La Sciesopoli offre il suo passato
lacerato fino al cuore trafitto
dal filo spinato,
ombre e luci
che evocano speranze di bimbi
sulle pareti sbrecciate.
Laggiù, sull’arco fondo della Vita,
palpita un nuovo giorno
da costruire insieme,
le mani di migliaia di piccoli cuori
sempre intrecciate.
(AURORA CANTINI)
(Tra il 1945 e il 1948, a Selvino, paese sulle montagne bergamasche, il maestoso Palazzo chiamato “Sciesopoli”, costruito dal Regime Fascista, dal nome del patriota milanese del Risorgimento Antonio Sciesa, accolse 800 bambini ebrei orfani provenienti da ogni parte d’Europa, sopravvissuti ai campi di sterminio e alla Shoah, che in gran parte poi si trasferirono in Palestina).