Il 27 giugno 2016 Yehudith Kleinman, ex Bambina di Selvino, è tornata a Selvino per visitare la colonia di Sciesopoli e quella di Piazzatorre dell’Opera Bergamasca, che l’avevano accolta e le avevano ridato un sorriso e una speranza di vita nel 1945. In questo viaggio è stata accompagnata da Annalisa Govi e Matthias Durchfeld dell’Istoreco di Reggio Emilia.
Ad accoglierla a Selvino vi erano il vice sindaco Paolo Carrara, Marco Cavallarin, Patrizia Ottolenghi ed Enrico Grisanti promotori del Comitato per salvare la memoria di Sciesopoli – la Casa dei Bambini di Selvino.
A Milano ha visitato i luoghi dove è stata nascosta e il Binario 21 della Fondazione Memoriale della Shoah, il binario fantasma da cui partirono i treni su cui in migliaia furono deportati, fra cui la sua mamma e la sua nonna verso una tragica fine.

Lo scorso primo aprile 2016, ha partecipato al gemellaggio tra Selvino e il kibbutz di Zeelim avvenuto in Israele.
Yehudith Kleinman ha scritto la sua storia e la persecuzione della sua famiglia in un bel libro, “The girl behind the eyes”, (La ragazza dietro gli occhi), Hasharon printing, Hfar Saba (Israele), 2001, che lei stessa ha donato alla Biblioteca comunale di Selvino.

La sua è la storia della persecuzione razzista e antiebraica avvenuta in Europa e in Italia durante gli anni del fascismo e della seconda guerra mondiale. Ma anche un racconto di salvezza, il racconto della Resistenza dei Giusti che hano svolto un’azione poco visibile, poco conosciuta, poco riconosciuta, ma fondamentale per salvare, ebrei, partigiani, prigionieri, oppositori, disertori, ecc.
Il padre di Yehudith era di lingua tedesca, probabilmente nativo della Polonia, e la madre era di Mannheim. Avevano peregrinato attraverso l’Europa, passando in varie città in Germania, poi in Francia e Svizzera e infine in Italia. Infatti, Yehudith è nata a Venezia nel 1938 con il cognome di Grosswirth. Dopo il divorzio dei genitori, visse a Milano con la madre Anna e la nonna. Suo padre scomparve lo stesso giorno in cui scoppiò la seconda guerra mondiale e nessuno sa che fine abbia fatto. Tristissimo presagio di una guerra che avrebbe lasciato in vita solo la piccola Yehudith.
Un giorno del gennaio 1944 alcuni soldati nazisti bussarono alla sua casa e portarono tutta la famiglia in una caserma. Con loro c’era anche un vicino cristiano. Yehudith aveva solo cinque anni. Le posero un dilemma terribile, scegliere se stare con la madre oppure andare con il vicino cristiano.
I nazisti scherzavano sulla sorte delle loro vittime. Sapevano prendersi gioco del loro destino e dei loro sentimenti e si divertivano sulla loro vita. Come se il destino di quelle persone non fosse nelle mani dei carnefici, ma in quelle delle loro vittime. Yehudith Kleinman a Selvino 2016-06-27In questo modo terrorizzavano i prigionieri. Bastava un passo falso per finire nel baratro della deportazione e della morte. Un accanimento del tutto gratuito e ingiustificato.
La bambina osservò l’espressione sul viso di sua madre che la rifiutava e la implorava di andare dall’altra parte.
Allora la piccola scelse il vicino di casa cristiano. In questo modo non fu deportata nei lager nazisti, sorte che invece subirono sua madre e sua nonna. Così si salvò da una tragica fine. Sua madre e sua nonna furono deportate con il treno partito il 30 gennaio 1944 dal Binario 21 della stazione di Milano.
Il vicino di casa a cui si era affidata, la portò in un convento cattolico che accettò di nasconderla.
Dopo grandi difficoltà, Yehudith imparò dalle suore a recitare le preghiere cristiane, mentre tutti i giorni aspettava che sua madre tornasse da lei.
Nel 1945 arrivò la fine della guerra. Un giorno le dissero che un uomo e una donna la stavano aspettando nell’ufficio della madre superiora. Lei aveva sette anni e mezzo.
Yehudith pensò che finalmente i suoi genitori erano tornati a reclamare la loro bambina. Corse rapida in ufficio. Ma quale fu lo sgomento nello scoprire che non erano i suoi genitori quelle  due persone, ma facevano parte di un’organizzazione ebraica ed erano lì per portarla in Israele. Mentre i rappresentanti ebrei discutevano con la madre superiora, Yehudith dovette scegliere se rimanere nel convento o andare con i due sconosciuti. Istintivamente pensò che sua mamma, forse la stava aspettando in Israele. Perciò scelse di lasciare il convento e di andare con i due emissari ebrei. Fu portata dapprima per un mese nell’estate del 1945 alla colonia di Piazzatorre (Bergamo) poi a Selvino (Bergamo), nella grande casa di Sciesopoli dove imparò l’ebraico, studiò, cantò, recitò, giocò come mai aveva potuto fare nella sua infanzia ed ebbe tanti amici. Il sorriso tornò a illuminare il suo viso e la speranza in un futuro migliore. Quindi nel novembre del 1945 riuscì a raggiungere Israele con una nave dell’immigrazione illegale partita dal porto di Napoli.
Yehudith Kleinman oggi vive a Tel Aviv ed è stata un’insegnante dalla mente aperta, gentile e sorridente con tutti i suoi studenti.


Testimonianza di Yehudith Kleinman, Tel Aviv


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