Il 27 marzo 2017 è mancato Yitzhak Livnat, che si chiamava Suti Weisz, un Bambino di Selvino generoso e combattivo, dall’animo sensibile e poetico, che aveva da poco compiuto 87 anni. Era nato nel 1930 a Nagyszolos in Ucraina.

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Abbiamo avuto il privilegio di conoscerlo, di essere suoi ospiti e di ascoltare i suoi ricordi e le sue parole durante il gemellaggio tra Selvino e Zeelim il primo aprile 2016.
Anche grazie al suo aiuto e impegno è nata la Amutta dei “Bambini di Selvino” nell’estate 2016.
La sua vita ha attraversato le tragedia del Novecento, dell’Europa, del razzismo e della guerra, e del destino degli ebrei perseguitati sino alla nascita dello Stato di Israele. Sopravvissuto a Birkenau grazie all’aiuto di un kapo, Haim (Chaim) Raphael, che aveva pagato per salvarlo dalla camera a gas. Sopravvissuto alla “marcia della morte” per ritrovare suo padre moribondo a Mauthausen. Infine liberato esanime e malato di tifo dagli americani il 5 maggio 1945, per poi riuscire a raggiungere Selvino nell’autunno del 1945.
A Selvino incontra un amico del Lager e molti altri ragazzi come lui. Selvino diventa la sua casa dove ha degli amici, la speranza nel futuro e in una nuova vita nella terra d’Israele, per tornare ad amare ed essere amato.

Un breve filmato girato e montato da Enrico Grisanti, che ringraziamo per questo omaggio, ci mostra Yitzhak Livnat proprio a Zeelim nel 2016.

Così vogliamo ricordarlo, come una persona speciale che ha molto amato l’Italia e Selvino, come fosse la sua famiglia.

Yitzhak si ricordava ancora le canzoni popolari italiane e napoletane che cantava in un ottimo italiano con molto vigore e ben intonato.
Nell’intervista termina dicendo “Io sono selvinese” e infine declama in dialetto il nome di Selvino con la tipica “esse” aspirata, in segno di gratitudine verso il paese che è stato per un breve periodo il suo paese, il paese dove venne costruita, con l’aiuto degli educatori e soprattutto con la guida paterna e severa di Moshe Zeiri, la Repubblica dei Bambini di Selvino, in cui la condivisione, lo studio, il lavoro, i canti, le danze e lo sport medicarono le ferite della guerra e della deportazione e prepararono a realizzare il sogno di un nuovo orizzonte e una nuova terra per chi tutto aveva perduto.
Livnat and Miriam
Ci uniamo alla famiglia, alla moglie, ai figli, ai nipoti e a tutti i Bambini di Selvino che lo piangono e lo ricordano con affetto, nella certezza che l’insegnamento di Yitzhak Livnat è tutto nel suo cuore generoso e determinato nel preservare e valorizzare la memoria della “casa degli orfani” di Selvino: “Tu sei stato un faro per noi”.

 

 


 

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