Impressione di una visita a Selvino di Yonah Kesse (Kossoi), data: 19/1/1947
Yonah Kesse (1907-1985) russo ucraino, è stato un famoso ideologo e un membro del Knesset (il parlamento israeliano). La relazione è stata pubblicata su “Alim”, Marzo 1947 (del gruppo Kvutzat Schiller).

Kesseh Yonah

Selvino si trova a circa due ore di macchina da Milano. Arrivando al buio, improvvisamente mi è comparso un palazzo enorme che domina la zona e che si estende su una vasta area, circondato da un grande bosco su tutti i lati. Il paesaggio intorno è molto bello con la sua coperta nevosa. Il parco giochi era un tempo il luogo estivo dei giovani figli dei ricchi milanesi, che lasciavano alle loro spalle il caldo dell’estate in città. La zona è piena di grandi ville ed è deserta nel freddo inverno. Vicino alla casa si trova il piccolo villaggio di Selvino, i cui abitanti lavorano nel turismo durante l’estate e fuori stagione integrano il reddito con i lavori agricoli. Il palazzo di Sciesopoli trasuda grandezza e si fonde perfettamente con la natura che lo circonda. È stato costruito durante il tempo di Mussolini da una società specializzata nella costruzione di case per la gioventù fascista. È stato edificato su una grande scala, molte stanze, dormitori, sale giochi, piscina, cinema enorme, energia elettrica e riscaldamento, sofisticati servizi di lavanderia, ampia cucina, ospedale, campo sportivo e pista per slittino.

Appena entrati nella casa, siamo stati circondati da decine di occhi curiosi dei bambini che scendevano dai piani superiori per ricevere gli importanti ospiti. Moshe Zeiri ci ha accolto pieno di emozione e di allegria, praticamente ballando di felicità. Siamo stati ricevuti in ufficio con un fumante tè caldo, delle salsicce di carne e un gustoso pane friabile, così ci siamo scongelati dal lungo e freddo viaggio in auto. Yehudit era occupata al piano di sopra a vestire i bambini più piccoli che si erano da poco alzati dopo il sonnellino pomeridiano. Mi sono precipitato al piano di sopra per vedere Nitza. Sono entrato in una stanza affollata di letti, e in fondo ho visto la piccola che stava ridendo e gridando istericamente: ‘Yonah, Yonah vieni qui!’

Quando ho cercato di andare vicino a lei, si è ritirata e si è stretta dietro il letto e mi guardava con grandi occhi confusi. Non sapeva come acquietare il suo entusiasmo. Un senso di dolore subconscio mi vinse gli occhi pieni di lacrime. Ho visto l’effetto che questo ambiente strano e confuso imprimeva nel suo viso e nel suo essere infantile. C’erano circa 20 bambini in camera con lei. Tutti i bambini erano sopravvissuti ai campi di sterminio. Erano i rifugiati portati qui da tutti gli angoli delle comunità ebraiche sanguinanti dell’Europa. C’era un melange di lingue: russo, tedesco, polacco, ungherese, ceco, e yiddish, e la piccola stava in mezzo a questo vortice. Ho iniziato a parlare con lei con grande pietà e con amore commosso.

Fili invisibili si estendono dal lontano gruppo Kvutza sino a Selvino. Fili che si intrecciano in uno a causa del destino strano e sconvolgente degli ebrei. Questo filo mi ha legato al letto della piccola dal gruppo di Shiller. Ho iniziato a fare domande per vedere quanto si ricordasse della sua infanzia e, con mia sorpresa, sembrava che tutto fosse stato cancellato dalla sua memoria, nel rumore e nella confusione della casa. Dopo tutto era stata la sua casa soltanto per circa tre mesi, e sembrava che lei avesse dimenticato i nomi di tutti i suoi piccoli amici. Ad ogni domanda pareva ritirarsi da me con una dolce timidezza mentre gli occhi le brillavano di felicità.

“Ti ricordi di Ronit? Ti ricordi di Udi? e degli altri?”

“No, mi sono dimenticata”.

“Davvero, mia dolce Nitza?

Lentamente, come se fossero evocati dal pennello di un pittore, sono passati davanti a lei tutti i nomi dei suoi amici e dei suoi genitori e così è tornata alla sua infanzia.

Yehudit stava vicino a me, ma non aveva notato la profondità di questo dialogo tra me e la bambina. Anche lei sarà stata probabilmente disturbata dal rumore che la circondava e non capiva il senso profondo del mio incontro con la dolce bambina.

Sono andato giù nella sala da pranzo e la cena era iniziata. Al tavolo, organizzato in tre lunghe file, sedevano 220 bambini. Il cibo era buono e cucinato per essere gustoso e nutriente. Un tipico cibo del Kibbutz, nonostante il cuoco fosse italiano. Chi sono questi bambini? La maggior parte proviene dai campi dei rifugiati. Quasi tutti sono rimasti orfani e una minoranza ha i genitori che sono nei campi in Germania o in Austria. Non tutti sono passati attraverso gli orrori e le privazioni dei campi di concentramento e di sterminio. Alcuni sono arrivati con un flusso di rifugiati provenienti dalla remota Russia, nel tentativo di rimpatriare e sono stati raccolti in gruppi da parte del settore giovanile e inviati presso diverse istituzioni in Italia.

Ci sono tre campi di questo genere: quello di Selvino sorto sotto gli auspici e l’insegnamento di Gordonia. Il secondo – pure sistemato in una grande villa [forse è Tel Broshim che significa “Collina dei cipressi”, a San Marco a Cevoli in Toscana, campo attivo fino al 1958] – sotto il controllo di ‘La giovane guardia’ ossia Hashomer Ha’tzair, un terzo a Grottaferrata in provincia di Roma, sotto l’influenza di “Hanoar Hazioni”. Ora si sta aprendo una via per un campo di “Hapoel Hamizrachi” (ortodosso). Un anno fa, c’era solo questo campo di Selvino, ed era in generale, per tutti. Quando sono cominciate le divisioni (ossia la divisione politica in Palestina) c’è stata anche la separazione dei bambini e si è intensificato lo scontro fra chi avrebbe dovuto assorbirli.

Moshe è esperto e famoso. Il suo nome è lodato in tutta Italia poiché svolge questo sacro lavoro. Un gruppo di bambini di Selvino è già arrivato in Palestina. Un gruppo si trova al Kibbutz Hanita e il resto è a Cipro. Solo poche decine del primo gruppo sono rimasti qui e sono fedeli aiutanti di Moshe. Aiutano ad accogliere ed acclimatare i nuovi arrivati al loro nuovo ambiente e rappresentano per loro una tappa formativa e ricreativa nel cammino verso la patria.

Per lo più questi ragazzi hanno tra i 15-16 anni.

Sono arrivati qui un anno e tre mesi fa. Disturbati, scioccati e spaventati, per la polvere del viaggio sul loro corpo e nell’anima. E ora, quanto grande è il miracolo, la trasformazione e il rinnovamento che è successo! Parlano tutti un eccellente ebraico e l’immagine di Dio ha restituito e acceso i loro giovani volti. Una ragazza mi ha detto in perfetto ebraico e con un volto di una donna giudea bella e saggia: “Non sai cosa è Moshe per noi? un padre, una madre e forse di più. Ci ha restituito alla fonte della nostra esistenza umana. Ha seminato nei nostri cuori un rinnovato amore per gli uomini e la terra. Egli ha fatto rinascere in noi il gusto e il senso della nostra vita e il desiderio della nostra patria. Un anno e tre mesi fa, io ancora non sapevo il significato e il gusto del lavoro e la realizzazione del nostro sogno, tutto questo mi era estraneo, sconosciuto, ora è tutto diverso. Camminiamo in questa casa portando nel nostro cuore una grande speranza, il calore e la gioia della vita. Non dimenticheremo mai Moshe! Il vuoto, la delusione e la paura delle altri persone sono ora riempiti con il calore meraviglio della vita. Siamo pronti a dedicare tutto per lui. Moshe non chiede una ricompensa. Egli ci dona tutta la bontà del suo cuore. Egli è esigente, fermo e forte, e qualche volta è duro con noi, ma se non fosse per questo, chissà se avremmo ottenuto tutto quello che abbiamo raggiunto.

Dopo avermi detto tutto questo, ero davvero commosso. Ho capito quanto profondo è il senso di devozione e riconoscenza di questa giovane ragazza verso questo uomo, che ha fatto tanto bene, raddrizzando la schiena piegata. Sì, per lei e per gli altri bambini, per tutti loro, il nome di Moshe è un suono armonioso alle loro orecchie, che per sempre sarà legato al bene e al bello, favorendo e alimentando tutto questo con forza, per sollevarli dal profondo della sofferenza e della vergogna sofferta, che ha schiacciato la loro anima e atrofizzato orribilmente i loro corpi.
Uno dopo l’altro i più grandi, ragazzi e ragazze, passavano davanti a me: sui loro volti un’espressione mistica del loro terribile passato e della loro incredibile guarigione attuale. Stanno davanti al loro insegnante, chiedono il suo parere su diversi argomenti, e cosa fare come consiglieri per il nuovo gruppo di ragazzi arrivati ieri alla colonia di Sciesopoli.

Buon Dio, quanto strani e vari sono. Hanno un denominatore comune – il disagio e l’afflizione.

Anche questo non ha cancellato il loro carattere e il loro comportamento.

Se uno avesse del talento potrebbe descrivere e raccontare le loro vite e il timbro impresso sui loro giovani volti del periodo orribile vissuto? La mera impressione mi ha reso dolorosamente confuso e profondamente agitato. Se avessi cercato di descrivere con la mia povera penna, avrei scritto un racconto spettrale. Ogni bambino è un miracolo in piedi. Ogni bambino è una prova brillante della forza del nostro popolo di stare davanti allo tsunami della Shoah e ai suoi orrori. In quanto tempo sono tornati alla loro salute? Moshe mi ha detto che dopo pochi giorni di permanenza qui a Sciesopoli, ognuno dei ragazzi ha messo su in media 13-15 Kg di peso. Il loro pallore è stato sostituito da guance arrossate. Qui il ragazzo di Chelem (Chelmno) di 14 anni, pieno di tremore ed esitazione, torna al suo equilibrio interiore, e la sua espressione non cede al miracolo che gli è successo. Lui non sa ancora se deve ringraziare i suoi salvatori o essere felice della pacifica vita dell’istituzione del suo salvatore. Ecco una ragazza di Ternopol, con gioia e gratitudine si stringe alla bontà e alla compassione di Moshe e vuole ottenere il suo incoraggiamento e aiuto.
Ed ecco la gloria della casa, il partigiano Vovka. Un bambino meraviglioso di tre anni e mezzo, adorato da tutti. È nato nelle foreste della Polonia da sua madre che era partigiana. Ella lo ha portato a Roma, ma poi si ammalò di cancro e morì. Un conoscente ha portato il bambino a Selvino. Un bambino vivace, pieno di gioia nel mondo. Wise è intelligente, ride e balla e rende felici tutti quanti. Parla un Yiddish molto succoso ed è abbastanza entusiasta e selvaggio. Yehudit mi ha detto che una mattina si è svegliato dicendole che aveva fatto un sogno in cui aveva dirottato un aereo e durante la velocità di alleggerimento, l’aereo è arrivato a … Eretz Israel.

E un altro giovane – non ricordo di dove fosse – intelligente con le sue mani, di Bezalel, figlio di Uri. Può usare le mani per qualsiasi lavoro, soprattutto carpenteria e lavorazione dei metalli.

Ho un bisogno profondo di dire qualcosa su Moshe al nostro Kvutza.
Sono pieno di ammirazione e stima per lui. Il suo valore vale più dell’oro e merita lode e plauso.
Egli è adorato in tutta Italia, nei circoli del Comune e dall’UNRA, la stima che lo circonda è universale. Quando si chiede qualcosa ai bambini, non c’è nessuno che possa stare zitto, fosse anche il più inflessibile funzionario dei media. Nel fuoco della sua devozione per i suoi figli, tutti i cuori si fondono, anche il più rigido e resistente, è un dovere di tutti coloro che entrano in contatto con lui. Lui non conosce riposo ed è consumato dalla febbre della sua energia forte e potente. Come è forte e faticosa la sua missione. Ho incontrato molti emissari, e tutti citano il suo nome con timore.
Si alza alle 6 del mattino o prima, inizia la sua giornata e dopo la mezzanotte va a letto. Lui non conosce stanchezza, organizza, riordina, pungola, rimprovera, corre per affari all’Istituto di Milano, cerca panni, cappotti, camicie ‘Gordonia’, richiede, rimprovera, assilla, insegna, educa, danza, canta, conduce il coro, inciampa sotto il peso di tutto questo, ma il suo volto splende di felicità e di ilarità. Un enorme istituto con bisogni enormi. Ci sono decine di necessità e lui ha solo due mani. Minaccia quelli del ‘Gordonia’ che porterà i suoi uomini a ‘Hashomer Hazair’, perché non può accettare di essere abbandonato, quando non riesce a controllare tutto. Egli trova freschezza di iniziativa e convinzione da sorgenti segrete. Conosce i nomi di tutti i bambini, lui stesso ha scritto tutti i fogli di registrazione e ha aggiunto la biografia di ogni ragazzo e ragazza. Il suo approccio è paziente, compassionevole, diretto e paterno. Il più grande degli eroi potrebbe essere schiacciato sotto la miriade di bisogni, ma Moshe si caratterizza per la volontà interiore che non lo lascia indebolire.
Ci ho pensato e ho scoperto che solo un sentimento di profonda vocazione e missione lo sostenga e gli dia le ali dell’aquila. Egli è l’emissario ideale. Questo è l’uomo per salvare i pochi rimasti, è l’Angelo redentore. Ho visto con i miei occhi i nostri emissari al lavoro. Ha imparato molto e potrebbe scrivere un libro intero sulle loro carenze e fallimenti. La maggior parte di loro combatte a vicenda per piccole vedute, ma lui, Moshe è lontano da tutto questo. Egli non ha cuore o tempo per la politica. Egli è completamente coinvolto nella sua santa missione di  ‘Liberazione‘, prima di tutto il cuore, l’anima, l’amore illimitato e un fuoco ardente di devozione ebraica. Tutto questo ha in abbondanza, e ciascuno di questi valori sono tutti dentro di lui. Egli è insolito nel suo rigoroso monachesimo. Non riceve lo stipendio e non ha bisogno o desiderio per le solite esigenze e aspirazioni della maggior parte degli uomini. Sto esagerando? No, no. L’ho osservato da vicino e questa è la mia testimonianza su Moshe.

Quanto ha sofferto nel Kvutza, quando la gente rideva e soffriva. Il Kvutza saprà apprezzare da lontano il valore di questo uomo? E quale è il valore che può aggiungere alla nostra Kvutza? Quando tornerà, saprà riceverlo con amore e affetto per il suo successo.

Non è questo il destino di tutti gli uomini che si dedicano ad un’idea, andare fino in fondo, non importa come?


 רשמי ביקור בסלבינו – יונה קוסוי  19/01/1947

עלים” מרץ, 1947

סלבינו נמצאת במרחק של כשעתיים וחצי נסיעה מהירה ממילאנו. הגענו למקום עם חשכה, והנה לנגד עיני ארמון מפואר גדול ועצום המשתרע על פני שטח גדול מוקף חורשות מכל צד, והוא חולש על פני כל הסביבה. הסביבה עצומה ביופייה, בנופה המושלג. המקום, מקום קייטנות ועשירי מילנו באים לכאן בימי החום האיטלקי הגדול. הסביבה כולה מלאה חווילות קיץ מפוארות, השוממות בחורף ושוקקות תענוגות מרגוע בקיץ. על יד הבית נמצא כפר איטלקי קטן, שתושביו גם הם מתפרנסים על הקייטנות בקיץ ועל העבודה והחקלאות הזעירה בחורף. ארמון זה שופע עצמה וגדלות של בטבע המסובב אותו חופפים עליו בתערובת נפלאה. בימי מוסליני נבנה הבית הזה על ידי חברה פשיסטית מיוחדת, שבנתה בתי נוער פשיסטיים. בסלבינו שכנו בעונות הקיץ ילדי האצילות הפשיסטית. ביד רחבה ובמתכונת של גדלות רומאית נבנה הבית. חדרים רבים, אולמות, חדרי משחק, בריכות שחיה ומרחצאות, דינמו של חשמל, הסקה מרכזית, אולם קולנוע גדול, חדרי כביסה משוכללים, מגרשי ספורט ומסילות גלישה, אלה היו נכסיו ויחוד ערכיו של הארמון הזה. נכנסנו לבית והוקפנו על ידי עשרות עיניים סקרניות של הילדים שירדו מהקומות העליונות לקבל את פני האורחים החשובים. משה קיבל אותנו כולו צוהל ורוקד ושופע עליזות שובבה. הובא לחדר המזכירות תה חם ומהביל, נקניק בשר ולחם טעים ופריך והסבנו לבותנו הקפואים מקור הדרך הארוכה. יהודית הייתה עסוקה למעלה בהלבשת ילדי הגן, שרק קמו משנת הצהריים. מיהרתי לעלות ולראות את ניצה. נכנסתי לחדר מלא וצפוף במיטות, ומרחוק ראיתי את הקטנה כשהיא צוהלת לקראתי וצווחת במשובה היסטרית: יונה, יונה, בא הנה! כשנגשתי נרתעה ודחקה את עצמה לפינת המיטה, נאלמה דום ונעצה בי את זוג עיניה התמהות. לא ידעה איך להתגבר על גלי ההתרגשות, שתקפו אותה ובלבלו את דעתה. הרגשת כאב בלתי מודעת עברה אותי ובעיני נתלקטו דמעות. הבחנתי בחותם הסביבה המשונה והמבולבלת על פניה ועל כל הוויתה הילדותית. כעשרים ילדים איתה בחדר זה. ילדים פליטי מחנות, שרוכזו כאן מכל קצווי אירופה היהודית הדוויה. בליל של שפות, רוסית, גרמנית, פולנית, הונגרית, צ`כית ואידיש, והקטנה בתוך המערבולת הזו. התחלתי לשוחח איתה ברחמים ובאהבה נרגשת. חוטים נעלמים הנמתחים ממרחקי הקבוצה עד לסלבינו, חוטים הטוויים כאחד מגולי גורל היהודים המשונה והמטורף, קשרו אותי אל מיטתה של הקטנה מקבוצת שילר. התחלתי לשאול אותה שאלות שונות, לבחון את תוכן זיכרונות ילדותה הרחוקה, ולתמהוני, נמחקו מזיכרונה ברעש העצום של הסביבה, עקבות הבית. הן רק כשלושה חודשים מאז והיא שכחה את שמות הילדים וגם את שמות ילדי הגן, שאיתם חיה וגדלה. כשהזכרתי לה את שמות הילדים אחד אחרי השני, נרתעה כל פעם ממקומה בזעזועי בושה חיננית, ובעיניה נדלקו ניצוצות צהלה ושמחה. את רונית זוכרת את? את עודי זוכרת את? את זה ואת זו? לא, שכחתי! שכחת, ניצה חביבה האמנם? כמכחול “אמנם” התחלתי להעביר לפניה את דמויות הילדים, את שמות הוריהם, והחזרתי אותה לאט לאט אל מקור ילדותה. על ידי עמדה יהודית ולא הרגישה בעומק “דיאלוג המותח” שביני ובין הילדה. גם היא מושפעת מהרעש המקיף אותה, ולא עמדה על משמעות הפגישה הזאת עם הקטנה הנחמדה.

ירדתי לחדר האוכל, ארוחת הערב החלה. על יד שולחנות ארוכים מסודרים בשלוש שורות מקבילות, יושבים מאתיים ועשרים ילדים. ארוחת ערב טובה ומסודרת בטעם ובקלוריות. אוכל קיבוצי מובהק, ואף על פי שהטבח הוא איטלקי מבטן ומלידה. מי הילדים האלה? ממחנות פליטים באו. רובם יתומים, ומיעוטם – הוריהם נשארו במחנות בגרמניה ובאוסטריה. ילדים אלה לא עברו אמנם את מצוקות השאול והאימה של מחנות ההשמדה. מרוסיה הרחוקה באו בזרם הרפטריאציה וקובצו יחד על ידי לשכת הנוער והועברו למוסדות הילדים באיטליה. שלושה הם המוסדות האלה. אחד זה אשר בסלבינו בתחום ההשפעה והחינוך של גורדוניה. השני נמצא במקום אחר, אף הוא בחווילה מפוארת והוא בתחום ההשפעה והחינוך של “השומר הצעיר”. שלישי נמצא בתחום ההשפעה והחינוך של “הנוער הציוני”. ועכשיו מקימים מוסד רביעי של “הפועל המזרחי”. לפני שנה היה קיים רק המוסד הזה והוא היה “כללי”. משהתחיל הפירוד, הוקמו מוסדות ילדים נפרדים, והמלחמה על זכות הקליטה של הילדים בכל תקפה. משה הוא המומחה הנודע לתהילה בכל רחבי איטליה במלאכה קדושה זו. מחזור של ילדים מהמוסד הזה כבר נמצא בארץ. קבוצה אחת נמצאת בחניתה ויתרם בקפריסין. רק עשרות אחדות מהמחזור הראשון נשארו במוסד והם הנם העוזרים הנאמנים ביותר של משה, במלאכת הקליטה וסיגול הילדים לסביבה החדשה, תחנת החינוך ומרגוע בדרך הבטוחה לארץ. שוחחתי איתם, רובם בגיל 15-16. לפני שנה ורבע באו למקום. טרופים, מזועזעים ומבוהלים ואבק הדרכים, מכל הבחינות, על גופם ונפשם. מה גדול פלא התמורה וההתחדשות?! כולם יודעים עברית צחה ורהוטה וצלם האלוהים חזר והאיר את פניהם הצעירות. אחת ספרה לי בלשון עברית צחה ובפנים של בת ישראל חיננית ונבונה, לא ידעת מה בשבילנו משה? אבא ואימא ויותר מזה! הוא החזיר אותנו למקור חיותנו האנושית. הוא נטע בלבנו גרעיני אהבה לאדם ולארץ מחדש. הוא גילה לנו את טעם חיינו ואת טעם התשוקה לארץ, לארץ מכורתנו. לפני שנה ורבע עוד לא ידעתי מהי עבודה והגשמה, כל זה היה זר חנו ולא ידוע. והנה עכשיו הכל אחרת. אנו מתהלכים בבית הזה ובלבנו תקווה, חום ושמחת חיים. לעולם לא נשכח את משה! את חלל האכזבה והמורא מאדם ומחברה מילא הוא בתוכן חיים רב ונפלא, וכולנו מוכנים להקדיש הכל למענו. אבל משה אינו דורש גמול. את כל טוב לבו הוא משפיע עלינו. תובע הוא, תקיף הוא ומדריכנו לעתים ביד קשה, אבל לולא זאת, מי יודע אם היינו מגיעים למה שהגענו.

בספרה לי זאת הרגשתי, מה עמוקות הרגשות ביצור יפה זה אל האדם הזה, שכה הטיב לה וכה זקף את קומתה השחה והכפופה. כן היא וכן ילדים אחרים, כולם, השם משה הזה הוא בשבילם צליל הרמוני, שלנצח יהיה קשור אצלם עם הטוב והיפה, המנחם והמעודד, עם כוח התקומה מאשפתות הסבל, הביזיון, החרפה וההתעללות, שהכו על ראשם, מחצו את נפשם ודלדלו את גופם דלדול איום ונורא

אחד אחד עברו לנגד עיני הותיקים, ילדים וילדות כשפניהם עצומות ההבעה המיסטרית של העבר הנורא וההווה המרפא. באים ומתייצבים בפני מורם, שואלים בעצתו בעניינים השונים של תפקידיהם, כמדריכים של קבוצת הילדים החדשה, שרק זה אתמול הגיעו למוסד הזה. אל אלוהים! מה משונים הטיפוסים ומה מגוונים הם! המשותף להם הסבל, הייסורים. אולם גם אלה לא מחקו את שוני התכונות והבדלי האופי, פרי מסיבות חיים שונות והשפעת הורים שונה. מי מחונן בכשרון אומן עצום וראוי לתפקיד זה, לתאר את פרשת החיים האלה ואת תבליטי החותמות, שמאורעות התקופה האיומה שמו בפניהם הצעירות? עוצם ההתרשמות, הילך עלי מבוכה ובלבול חושים מכאיב ומסעיר. לו באתי לתאר בידי הדלה והייתי כותב ספר בלהות. כל ילד נס חיים מהלך. כל ילד אות היסטורי קורן לכוח עמנו, לעמוד בפני נחשולי השואה והאימים. באיזו מהירות הם חוזרים לאיתנם?! משה ספר לי, כי במשך הימים המעטים שהם נמצאים במוסד, הוסיף כל אחד מהם בממוצע 13- 15 קילו למשקלם הדל הקודם. החיוורון אזל ובמקומו בא האודם, הארגמן הרענן והמעודד. הנה הילד מחלם בן ה – 14, כולו רתיעה והיסוס, חוזר הוא לשיווי משקלו הנפשי ובפניו הבעת טמטום מעוצם אי קליטת נס התמורה שחלה בחייו. עדיין אינו יודע אם לחשוש למזימות מטיביו או להיחלץ מתסביכיו הנפשיים ולהעגן בשמחה ובלב שלם במעגן השליו של חיי המוסד גואלו ומצילו. הנה הילדה מטרנופול, כולה ערות וצהלת הודיה לסביבה החדשה, מתחככת בעדנה רכה במחיצתו השופעת רחמים וטוב לב של משה ורוצה לזכות בעידודו ובעזרתו. והנה פאר המוסד וילד שעשועיו, וופקה הפרטיזן. ילד מופלא ונפלא. בן שלוש וחצי, בנה החביב של יהודית. ביערות פולין נולד לאמו הפרטיזאנית, היא הביאה אותו איתה לאיטליה, לרומא. חלתה במחלת הסרטן האנושה ומתה. מכירה שלה הביאה את הילד למוסד. ילד חי ושופע שמחה וברכת הטבע. חכם ונבון, צוהל ורוקד ומדביק את כל המוסד בזיו ילדותו הרוננת והקלה כרינת הציפורים באותו יער שנולד. וופקה זה מרקיד את כל המוסד. מחולל מעגלי ריקוד ביום ובליל. שפתו אידיש עסיסית וכולו פלא ומעורר התרגשות. ויהודית ספרה לי, שבאותו בוקר התעורר, קרא ואמר, כי בשנתו חלם חלום, הוא תפס אווירון, עלה עליו ובמהירות הבזק הגיע… לארץ ישראל. והנה הבחור – מקום מוצאו שכחתי – חכם חרשים הוא, מזרעו של בצלאל בן אורי. ידו בכל מלאכה ועושה פלאים במעשי מסגרות ונגרות.

יש בי צורך נפשי עמוק לאמור משהו על משה לקבוצה. כולי הערצה והוקרה לבחור הזה. לא יסולא בשום פז של הערכה ותשבוחות ועיטורי תהילה. נערץ הוא על כל אנשי איטליה. בחוגי הג`ויינט ו”אונרא” נישא הוא על כל שפה ועל כל פה. בפני תביעותיו לטובת המוסד והילדים, לא יעמוד איש ויהיה זה הפקיד הנוקשה וצר המוח ביותר. באש המסירות שלו למוסד ולילדים, נמסים כל הלבבות הערלים ומזכרת חובה הוא לכל הבא במחיצתו. מרגוע לא ידע והוא נשרף בקדחת רמונו העז והנמרץ. נפגשתי במילנו עם עשרות שליחים ושליחות לכולם מבטאים את השם “משה” בדחילו ורחימו. וכמה עובד ומתייגע הבחור הזה. בשש בבוקר הוא קם, יוצא לפעולתו ובחצות הוא חוזר לחדרו. לא ידע עייפות, מסדר, מארגן, רץ למילנו בענייני המוסד, דואג לבגדים, למעילי חורף, לחולצות “גורדוניה”, תובע, מייסר, מציק, גוער, מלמד, מחנך, רוקד שר ומנצח על המקהלה, כורע תחת עול המוסד ועל פניו נהרה ותרועות הצחוק. מוסד עמום וצרכיו עצומים. נחוצים עשרות מצרכים וישנם רק חמישה. מאיים על אנשי “גורדוניה”, שיכניס מדריכים מ”השומר הצעיר”, כי איננו יכול להשלים עם העזובה, עם חוסר ביכולת להשתלט על הכל. ממעיינות נעלמים הוא שואב יוזמה, רעננות ואמונה. כל ילד הוא קורא בשמו. בעצמו ערך את גיליונות ההרשמה ועמד על פרטי הביוגרפיה של כל אחד וכל אחת. גישתו בלתי אמצעית, רחמנית, סבלנית ושופעת אבהות. גיבור בגיבורים עלול להתרסק בין שבב הצרכים ורבב היכולת הדלה, והוא כמתח רצון כביר, שאינו מרפה ונחלש. חשבתי ומצאתי, שרק הרגשת יעוד ושליחות היא הסומכת והתומכת והיא המצמיחה כנפי נשרים. זהו השליח האידיאלי. זהו האיש להצלת שארית הפליטה, זהו מלאך הגואל. ראיתי במו עיניי את שליחנו בעבודתם. הרבה למדתי ויכולתי לכתוב ספר שלם על מגרעותיהם וכשלונותיהם. רובם ככולם מתנצחים בפוליטיקה ובתחרות קטנונית והוא משה, רחוק מפוליטיקה. אין בלבו סדק קל לחיידקי העסקנות. הוא כולו מעורה בתפקיד וצמוד לגופו הקדוש של העניין. “הצלה” פרושה קודם כל: לב, נפש, אהבה ללא גבול ואש יוקדת של דבקות יהודית, ואלה נתנו לו בשפע רב, וכל אחת ממידות אלה בקרבו. מיוחד הוא בנזירותו החמורה. גם משכורת איננו מקבל ולא ידע תאווה לחיים במובן המקובל מה היא. האמנם מגזים אני? לא ולא! הסתכלתי ובחנתי וזוהי עדותי למשה. בכמה ייסורים התייסר בקבוצה, בכמה ברכות של לעג וביטול טבלה נשמתו הדוויה, התדע הקבוצה להעריך מרחוק את ערך האיש, את ערך חברותו בתוכה? התדע לקבלו כשישוב, במלוא האהבה, החיבה והסליחה למשוגותיו, נחלת כל איש משוגע לדבר, לרעיון אחד הכובש אותו לחלוטין ואינו מרפה ממנו?!

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