Un premio al giornalista Matteo Fontana che ha raccontato il viaggio del “ciclista della memoria”.

Sul palco c’era anche Bloisi, che in questo 2018 non ha potuto effettuare nessun viaggio della memoria a causa di un brutto infortunio in via però di guarigione, ha ricordato la sua impresa che ha destato grande interesse in tutto Israele. Migliaia di chilometri percorsi in solitaria, prima in Italia fino a Brindisi  con la sua inseparabile tenda canadese e poi l’imbarco per Atene e in aereo fino a Tel Aviv e in Israele, per raccontare a tutti la storia della Casa dei Bambini di Selvino (Bergamo), sopravvissuti allo sterminio e alle persecuzioni nazi-fasciste. 

La ex colonia alpina oggi è in pessime condizioni, ma era stata la colonia più bella e grande, l’emblema del fascismo milanese. Alla fine della seconda guerra mondiale, dal 1945 al 1948, ospitò i bambini ebrei orfani. Quegli stessi ex bambini, i loro figli e nipoti hanno voluto incontrare Bloisi in Israele, ospitandolo a turno nelle loro case.

Grazie anche al “ciclista della memoria” è in corso di allestimento il museo della Casa dei Bambini di Selvino nell’edificio comunale  e presto partiranno i lavori di sistemazione del tetto dell’edificio di Sciesopoli, che è stato dichiarato di notevole valore storico e architettonico dal Ministero dei Beni Culturali.

«Incontri emozionanti, che ricorderò per tutta la vita» ha sottolineato Bloisi, il quale nel corso del suo viaggio in bici in Israele ha incontrato casualmente, nell’aeroporto di Tel Aviv, un personaggio la cui vita si intreccia con la provincia di Varese.  con Insieme alla sorella Lea, Daniele Nissim scampò ai campi di concentramento, nascondendosi in una casa di Cunardo (Varese) che i Nissim volevano ritrovare e rivedere dopo tanti anni, per ringraziare i cunardesi che non li avevano denunciati ai nazifascisti.

Bloisi nelle vesti di “ambasciatore” ha messo in contatto i Nissim con il Comune di Cunardo che lo scorso anno li ha insigniti della cittadinanza onoraria, portandoli a visitare la casa dove si nascosero.

«È incredibile quante storie si riescano a trovare e quante emozioni si riescano a vivere attraverso un pezzo di ferro con due ruote» ha concluso Bloisi.

Premio a Matteo Fontana

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

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