Page 10 - IL VIAGGIO VERSO LA TERRA PROMESSA - La storia dei bambini di Selvino (Aharon Megged)
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fico. Un viaggio che comincia con l'uscita dall'inferno  e termina con il ritorno alla
            vita: un viaggio che inizia da qualche parte nella buia Europa, continua nelle pere-
            grinazioni tra un confine e l'altro, nella lunga attesa di una nave, nel solcare le acque
            agitate di un mare tempestoso, nell'internamento  dietro il filo spinato dei campi di
            Cipro, e termina nella Terra Promessa. E un viaggio nel quale la casa di Selvino rap-
            presentò soltanto una delle tante tappe intermedie, anche se in essa avvenne il cam-
            biamento decisivo.                                                   .
               E, considerando questo episodio dal punto di vista della storia del popolo ebraico,
            penso che questo sia forse un nuovo capitolo, dopo un'interruzione  di parecchie
            migliaia di anni, dell'epopea  narrata nei libri dell'Esodo e dei Numeri: la partenza
            dalla casa della schiavitù e il lungo viaggio, attraverso il deserto verso la libertà. Ma,
            in questo caso, tanto la casa della schiavitù quanto il deserto erano molto più terri-
            bili degli originali.
               "Epopea" è un termine letterario. Forse essa sarà scritta fra cinquanta o cent'anni,
            quando sarà trascorso abbastanza tempo da questi eventi, oggi ancora troppo recenti,
            vibranti, ancora incisi nella carne dei vivi. In questo libro ho cercato di evitare ogni
            "tentazione letteraria", come pure ogni partecipazione personale - sia essa spirituale,
            interpretativa o comunque "alta" - nel narrare gli avvenimenti. Ho lasciato che questi
            "parlassero da soli", come un capitolo cronologico nel quale, nello spazio di pochi
            anni, si sono susseguiti l'Olocausto  e la Rinascita. Se c'è una conclusione da trarre,
            essa è intrinseca agli eventi.
               Debbo la mia gratitudine alle decine di ex' allievi di Selvino che hanno dedicato
            tanto del loro tempo a narrarmi quel che era loro accaduto - molti di essi per la prima
            volta nella loro vita - con tutta la sofferenza provocata dal riaprire ferite non ancora
            completamente  rimarginate; ai loro istruttori e a coloro che lavorarono nella casa, in
            particolare Moshe Ze'iri; infine alla professoressa Anna-Maria Torriani-Gorini,  che
            è stata fra coloro che mi hanno spronato a scrivere questo libro, e i cui instancabili
            sforzi ne hanno consentito la pubblicazione.
































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