Page 9 - IL VIAGGIO VERSO LA TERRA PROMESSA - La storia dei bambini di Selvino (Aharon Megged)
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Prefazione dell' autore




















            Ognuna delle storie dei quasi ottocento "bambini di Selvino" meriterebbe un libro
            particolare. "Era come se avessi vissuto mille anni", ha detto una delle ragazze, dodi-
            cenne al tempo del suo arrivo a Selvino: e poche righe non possono riassumere mille
            anni. Ognuna di queste storie racchiude innumerevoli meraviglie e nel profondo di
            esse si nasconde il segreto della capacità di questi ragazzi di otto, dieci, quindici anni
            di sopravvivere in un mondo senza pietà, nel quale essi lottarono per la propria esi-
            stenza giorno dopo giorno per cinque o sei anni; e il segreto del loro rapido ritorno
            a una vita "normale", con le loro risate e le loro canzoni, la loro fiducia nell'umanità,
            l'amore per la bellezza, la volontà di studiare e lavorare, la determinazione  di conti-
            nuare a lottare.
               Durante gli anni nei quali questi ragazzi vivevano nei ghetti affamati e terroriz-
            zati, o fuggivano da un villaggio all' altro come animali braccati, o marciavano notte
            e giorno sotto la pioggia e la neve in una "marcia della morte" da un campo all'altro,
            altri ragazzi della stessa età conducevano  una vita relativamente tranquilla in terra
            d'Israele. Non conoscevano gli orrori della guerra ed erano partecipi dell'atmosfera
            di libertà che pervadeva gli insediamenti ebraici in Palestina, circa mezzo milione di
            persone, e partecipavano  alle loro diverse attività culturali e lavorative.
               Nonostante ciò, nella coscienza di questi ragazzi era radicata - attraverso discorsi,
            articoli di giornali, opere letterarie, il sistema educativo e i movimenti giovanili -la
            nozione che l'eroismo e l'orgoglio erano qui, tra gli ebrei della Palestina, mentre là;
            in Europa, si poteva trovare solo umiliazione,  resa, una condizione  di "pecore al
            macello", tutte caratteristiche da disprezzare o compatire.
               Questi concetti distorti, oltretutto manifestazione di una grande ingiustizia, devono
            essere corretti senza indugio, ricordando i fatti come realmente si svolsero.
              Approfondendo   via via lo studio del materiale che si era andato accumulando
            attraverso le note raccolte nei miei incontri con questi "bambini", oggi a loro volta
            genitori di ragazzi ormai grandi, mi sono reso conto che in esso c'era molto di più
            della semplice storia del meraviglioso "poema pedagogico"  che aveva avuto luogo
            fra i monti delle Alpi, presso il villaggio di Selvino, nell'istituto gestito da soldati ebrei
            che provocò cambiamenti  profondi nell' animo di coloro che ebbero la ventura di
            transitarvi nei tre anni tra la fine del 1945 e la fine del 1948. Per me quella storia ha
            assunto dimensioni mitologiche: un lungo viaggio, tanto spirituale quanto geogra-




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