Salvare Sciesopoli con «I Luoghi del cuore» il censimento del FAI che scade a fine novembre 2016.
FAI Fondo Ambiente Italiano
Puoi dare il tuo voto a questo link: http://iluoghidelcuore.it

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I Luoghi del Cuore

L’edificio di Sciesopoli è un capolavoro dell’architetto Paolo Vietti Violi, realizzato nel 1933 secondo i canoni dell’architettura razionalista, recentemente sottoposto al vincolo della Soprintendenza Archivistica di Milano per il suo valore storico e architettonico.
Dal 1990 è diventato di proprietà privata, in stato di abbandono e rischia di essere devastato. Si tratta di una pagina tra le più importanti del dopo Shoah in Europa e per la nascita dello stato di Israele.
Infatti il luogo tra il 1945 e il 1948 ha accolto 800 bambini ebrei orfani. Da alcuni anni sta riscuotendo un interesse crescente, ma va preservato dalla minaccia dell’incuria e dalla rovina del tempo.
A Selvino saranno promossi diversi incontri e attività per ricordare il suo valore e la sua storia.
Tra i vari progetti in campo si punta a realizzare un allestimento museale pubblico e organizzare un gruppo di amici di Sciesopoli aperto a tutti i selvinesi, in particolare i giovani.

Salvare Sciesopoli

(dal giornale L’Eco di Bergamo del 6 luglio 2016)

“Salvare Sciesopoli” è l’appello lanciato dal Comitato per la salvaguardia della memoria di Sciesopoli e l’amministrazione comunale di Selvino, in collaborazione con gli ex “Bambini di Selvino”.
Il posto sta riscuotendo un interesse crescente, tanto da diventare uno dei “Luoghi del cuore” del Fai. C’è tempo fino al 30 novembre per sostenere il progetto votando sul sito www.iluoghidelcuore.it.

Tra il 1945 e il 1948 Sciesopoli è stato luogo di accoglienza per 800 bambini ebrei orfani e reduci dalla Shoah e dai campi di concentramento, ma attualmente l’edificio, capolavoro dell’architetto Vietti Violi,  è in stato di abbandono. L’amministrazione da tempo sta promuovendo attività e incontri per valorizzare il luogo e far conoscere quella parte di storia che riguarda Selvino e i selvinesi.

Dopo la ripresa del gemellaggio con il kibbutz Zeelim in Israele, che dal 1948 ha ospitato i giovani profughi, sono sempre più frequenti le visite sull’Altipiano.
In occasione dell’inaugurazione del la mostra collettiva “Presenze” degli studenti dell’Accademia delle belle arti Santa Giulia di Brescia, è arrivato Moshe Aran che ha raccontato commosso la sua esperienza durante l’epoca fascista e il suo soggiorno a Sciesopoli.
Dopo la visita di Moshe Aran, Yehudith Kleinman è arrivata da Israele per visitare la sua Sciesopoli. Yehudith aveva 7 anni quando da Piazzatorre giunse a Selvino. Durante la persecuzione era rimasta nascosta a Milano. Rimase cinque mesi a Sciesopoli. Partì quindi per Napoli e riuscì ad arrivare in Eretz Israel (Terra di Israele). Nella sua visita sull’Altipiano era accompagnata dallo storico Matthias Durchfeld del centro studi Istoreco di Reggio Emilia.
Yehudith è andata a visitare anche la colonia di Piazzatorre e il giorno successivo il Binario 21 a Milano, il Memoriale della Shoah, il luogo da cui i suoi genitori sono stati trasportati verso la morte nei campi di sterminio.

Cultura e turismo: “La parola cultura è sempre più vicina al turismo del nostro Altopiano – commenta l’assessore al turismo e vice sindaco Paolo Carrara . Un primo passo è l’accordo triennale siglato con l’Accademia delle belle arti di Brescia. Si discute di un concorso accademico per l’anno 2016 – 2017 sul tema Sciesopoli per il quale è prevista la partecipazione attiva degli studenti delle nostre scuole. Intanto abbiamo già promosso e organizzato convegni nazionali e internazionali, viaggi di ritorno, una mostra e un documentario, incontri con le scuole e visite guidate. Significativo il gemellaggio promosso con il kibbutz Zeelim in Israele”.
Il Comitato intende rivolgersi anche all’Unesco perché Sciesopoli venga riconosciuta “Patrimonio dell’umanità”.
Il progetto del Comitato degli ex “Bambini di Selvino” e del Comune di Selvino mira a salvaguardare la memoria di Sciesopoli – la Casa dei Bambini di Selvino con la realizzazione e l’allestimento di un museo/memoriale pubblico dei “Bambini di Selvino”. Documentazione, materiali provenienti dai archivi e da donazioni degli ex “Bambini di Selvino” e dalle loro famiglie, video storici e contemporanei sono già in Comune. Studi e ricerche si svolgono in numerose scuole e università in Italia e negli Stati Uniti. (Tratto dal giornale L’Eco di Bergamo del 6 luglio 2016)

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