(I sopravvissuti al Binario 21, Milano)

Quel dolore fondo
è ancora dentro noi,
radicato come un albero abbattuto,
sbrecciato come un relitto alla deriva,
immenso come il mare del silenzio.

È un dolore di schegge conficcate nel cuore,
catene penetrate nella carne,
fiamme urlanti e devastatrici.

Oltre il filo spinato,
oltre il binario senza ritorno,
oltre le piaghe rosse nella neve,
oltre le camere a gas
rimane l’urlo dell’anima,
il pianto del ricordo,
memoria del passato.

Rimane desolante,
questo vuoto incolmabile e incompiuto,
insanabile, inconsolabile.

Lo nascondiamo, lo rinneghiamo, lo imprigioniamo,
ma non possiamo cancellarlo:
è il nostro pianto di bambini,
appartiene solo a noi,
perché noi siamo tutti quei bimbi
ancora in cerca di un ritorno.

(poesia di Aurora Cantini)


Poesia scritta da Aurora Cantini in occasione della Giornata della memoria 2016 a Selvino.

All’ingresso di Sciesopoli c’era un’opera d’arte, l’installazione «Relitti» ideata dall’artista bergamasco Ivano Parolini con la collaborazione dello scultore Giampaolo Pasini: https://youtu.be/ZPPxlXoMFAM
Tanti ragazzi e visitatori davanti alla Sciesopoli abbandonata, alle finetre vuote, alle porte scheggiate, ai suoi muri sbrecciati.
Tanti davanti al binario di quindici metri simbolo della deportazione, del non ritorno, sistemato nel cortile dove un tempo giocavano i bambini.
Tanti in silenzio davanti alle catene di bianchi palloncini svettanti al cielo a simboleggiare chi dai campi di sterminio non tornò più.
Accanto al binario, un albero secolare abbattuto, intagliato e bruciato a rappresentare l’uomo morente, la persecuzione razziale, le torture e l’annientamento.  
https://acantini.altervista.org/giornata-della-memoria-2016-a-sciesopoli-selvino-il-binario-del-non-ritorno/

La poesia ha vinto il primo premio alla 15^ Erizione del concorso “Enrico Brianza 2018” di Treviglio (Bergamo).

La commissione, presieduta da Luigi Cervi, responsabile ANTEAS Onlus (Associazione Nazionale Terza Età Attiva per la Solidarietà, zona di Treviglio), composta dai prof. Battista Regonesi, prof.ssa Antonella Barazzetti, prof.ssa Fortunata D’Amato, prof.ssa Chiara Finardi, Igino Bezza e Ezio Zanenga, ha espresso il seguente giudizio:

Quando si pensa ai bambini che al Binario 21 della Stazione Centrale di Milano salivano sul treno della morte verso i campi di sterminio e non sono più tornati, deve nascere in tutti noi “bambini sopravvissuti” quel “dolore fondo… immenso come il mare del silenzio.”
Alla mente affiorano i patimenti subiti da questi innocenti “oltre il filo spinato, oltre le piaghe rosse nella neve, oltre le camere a gas” e in noi rimangono solo “il pianto del ricordo e la memoria del passato.”
La ricchezza del contenuto, il linguaggio ricercato ma semplice e poetico al tempo stesso, offrono immagini molto forti e creano infinite emozioni che rendono molto bella questa composizione poetica.


 

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