Il 18 settembre 2014, Sidney Zoltak, uno dei “bambini di Selvino”, che per due mesi circa fu ospite  anche nel campo profughi di Cremona, da Montreal in Canada è venuto in visita alla Sciesopoli, accolto dall’assessore Simona Murero, da Marco Cavallarin e da Enrico Grisanti. Lo ringraziamo per la sua visita.

Il ritorno a Sciesopoli di Sidney Jehoshua Zoltak
Il cielo era coperto di nubi, ma la giornata del 17 settembre 2014 è una di quelle che non si dimenticano.
Da Montreal (Canada) Sidney Jehoshua Zoltak, sopravvissuto alla Shoah, è venuto a visitare Sciesopoli.
Mr Zoltak, membro del consiglio della Conference on Jewish Material Claims Against Germany, Inc. (la cosiddetta Claims Conference), all’età di quattordici anni, nel 1945-1946 è stato ospitato come profugo a Sciesopoli.
I suoi ricordi e i suoi racconti hanno permeato la giornata. La figura carismatica, ferma e dolce di Sidney Zoltak ci ha guidati tra le mura di Sciesopoli facendole rivivere. Zoltak è abituato ad accompagnare studenti di tutto il mondo in visita al campo di Treblinka (alcuni filmati di queste visite si possono vedere in youtube). Ha raccontato alla telecamera di Enrico Grisanti la sua storia di quegli anni. Appena pronto, quel video sarà depositato presso il Centro di Documentazione Ebraica (il CDEC) di Milano.

Ha anche scritto la sua storia e quella dei suoi cari: “My Silent Pledge: a Journey of Struggle, Survival and Remembrance” è il suo bellissimo libro, pubblicato nel 2013 in Canada.
La gioia di essere tornato a Sciesopoli, dove Sidney ha ritrovato la vita, è stata però offuscata dal dolore di vederne lo stato di distruzione e di abbandono in cui quella struttura ancora langue.
Era con noi in rappresentanza della Giunta Municipale di Selvino, l’assessore Simona Murero, alla quale Sidney ha rivolto parole di invito a che la Città di Selvino affronti il problema di Sciesopoli con le energie e la determinazione necessarie.

———————————————————

Sidney Zoltak (nato Shie Zoltak) è figlio di Israele Zoltak e Henia Kejles Zoltak, nato il 15 luglio 1931 a Siemiatycze in Polonia, dove la sua famiglia possedeva un negozio. Prima della guerra, per due anni dal 1937 al 1939, Shie frequentò la scuola di lingua ebraica Tarbut. All’inizio della seconda guerra mondiale, dopo circa dieci giorni di dominio tedesco, Siemiatycze finì sotto il controllo sovietico secondo gli accordi del patto Molotov-Ribbentrop. I sovietici vietarono l’istruzione ebraica, così per due anni, Shie frequentò una scuola Yiddish. Il 22 giugno 1941, il dominio sovietico ebbe una brusca fine con la sorpresa dell’invasione tedesca dell’Unione Sovietica. Quando i tedeschi entrarono in città, immediatamente il giorno seguente, costrinsero tutti gli ebrei ad osservare il coprifuoco e ad indossare la stella gialla. Poi, il 1 agosto 1942 gli ebrei della città furono costretti a vivere in un ghetto. Tre mesi più tardi, i tedeschi, insieme con i collaboratori ucraini e lituani, iniziarono a liquidare il ghetto di circa 7500 ebrei, e in una sola settimana, dal 2 al 9 novembre 1942, deportarono i suoi residenti a Treblinka.
Shie, i suoi genitori, la nonna e lo zio furono tra i pochi che riuscirono a fuggire nella notte del 2 novembre 1942. Anche la sorella Enrichetta Rachel Lisogurski, il marito Abramo e la figlia Chana di quattro anni, riuscirono a fuggire dal ghetto che pure era circondato da i tedeschi. A volte la famiglia rimase insieme, ma il più delle volte si nascose separatamente.

Nel mese di maggio 1943, il figlio di un contadino cattolico polacco, di nome Krynski, trovò Shie ei suoi genitori e li nascose nella foresta. Krynskis a malapena conosceva gli Zoltaks. Li aveva conosciuti quando di tanto in tanto faceva acquisti nel loro negozio, e una volta Enrichetta gli aveva dato della merce che non poteva permettersi di acquistare. Dopo aver chiesto ai suoi genitori e alla sorella maggiore se fossero d’accordo ad aiutare gli ebrei, il figlio del Krinski portò gli Zoltaks con lui nella sua fattoria. Krynskis poi nascose un ulteriore gruppo di quattro ebrei, tra cui il fratello di Enrichetta, Yehoshua Kejles. Gli Zoltaks, rimasero con la famiglia Krynskis per un anno, fino alla loro liberazione da parte dell’esercito sovietico nell’estate del 1944.

Dopo la liberazione ci volle del tempo per tornare alla loro casa a Siemiatycze a causa dei feroci combattimenti che c’erano nella zona. La madre di Enrichetta, Riva Kejles, suo fratello Yehoshua (Shie) Kejles, e due sorelle, Rachel Kejles Lisogurski e Itke Kejles Lichtenfeld, erano pure sopravvissuti.
Shie frequentò brevemente una scuola elementare polacca nella cittadin di Siemiatycze, ma dopo un po’ la famiglia lasciò la città natale per andare a Lublino. Dopo la morte di Riva Kejles, scomparso nel marzo 1945 a Bialystok, la famiglia superstite decise di lasciare la Polonia nella speranza di ottenere un visto per la  Palestina.
Viagiarono attraverso la Slovacchia e l’Ungheria e arrivarono ad Aradia Mare in Transilvania dove rimasero per circa un mese. Tuttavia, una volta che si resero conto che non potevano arrivare in Palestina attraverso la Romania, tornarono in Ungheria. Da lì viaggiarono in Austria e, infine, si diressero verso l’Italia.

Shie rimase con i suoi genitori per brevi periodi in diversi campi profughi italiani di Bologna, Modena e Padova, prima di trovare ospitalità alla casa dei giovani ebrei Aliyah di Sciesopoli in Selvino, nella speranza di avere più possibilità di emigrare in Palestina.
Tuttavia, dopo la morte di suo padre, Israele Zoltak, nel dicembre del 1945, Shie per un paio di mesi andò presso il campo profughi di Cremona, prima di tornare a Selvino per un ulteriore mezzo anno. Dopo la morte del marito, la sorella Enrichetta abbandonò il suo piano di andare in Palestina e decise di raggiungere i parenti in Canada.
Nel maggio del 1948 lei e Shie lasciarono l’Italia per il Canada a bordo della nave SS Sobieski.

Tratto da UNITED STATES HOLOCAUST MEMORIAL MUSEUM

Translate »