Ester Weiss è nata nel giugno del 1930 da Giacobbe e Salomea (Sala). Aveva un fratello maggiore, Giuseppe. La sua infanzia è stata relativamente serena.
Nel 1941 Ester venne mandata in un campo estivo a Zaleszczyki, vicino al confine rumeno, che divenne parte dell’Ucraina, come Levov, la sua città natale che in origine era in Polonia.
Non riuscì a tornare poiché la guerra tra Russia e Germania iniziò nel giugno 1941.
Aveva undici anni ed era lontana dalla sua famiglia. I bambini vennero caricati su un carro bestiame e inviati all’interno dell’Ucraina e, infine, arrivarono in Siberia a Omsk.
Tutti i bambini vennero messi in un orfanotrofio e frequentarono una scuola russa. In estate furono costretti a lavorare nel Kolchoze, raccogliendo patate, mais, cavoli e altri ortaggi. I consiglieri li trattavano con dure espressioni e severe punizioni.
Tre anni dopo, nel maggio 1945, uno degli insegnanti entrò in aula e annunciò che la guerra era finita.
Fu un giorno di gioia, pensarono che sarebbero tornati a casa dalle loro famiglie.
Come altri, anche lei scrisse delle lettere alla famiglia, ma ricevette una risposta solo da un cugino.
Quindi partì verso la sua città natale con altri ragazzi che avevano ottenuto delle risposte.
Fu un lungo e difficile viaggio di ritorno a Levov. Una volta arrivati alla stazione ferroviaria sentirono parlare delle conseguenze terribili della guerra e non trovarono nessuno della loro famiglia.
Poi Ester e altri bambini orfani furono trasferiti a Beilsko in Polonia. Da Beilsko arrivarono a Bratislava e da lì in Austria e in Italia attraversarono a piedi le Alpi innevate. Al confine italiano vennero accolti dai soldati della Brigata Ebraica, che li portarono alla stazione ferroviaria di Milano. Con un altro treno raggiunsero Bergamo e quindi Selvino.
Ester rimase per un anno e mezzo a Selvino dove iniziò un nuovo importante capitolo della sua vita.
Per la prima volta fu in grado di vincere il suo dolore e la sua agonia.
A Selvino trovò una nuova “Famiglia” e un nuovo scopo, nuovi amici per la vita.
Ebbe una nuova istruzione, una nuova cultura e una nuova e solida visione per il futuro in Israele.
Poi arrivò il momento di lasciare e imbarcarsi su una nave per andare in Israele. La nave “Chaim Arlozorov” aveva imbarcato ben 1.800 passeggeri illegali. Purtroppo venne intercettata dalle navi da guerra e aerei britannici, e ancora una volta furono rinchiusi in campi di detenzione a Cipro. Tutti i giovani di Selvino vennero raccolti nel campo n. 66. Continuarono a studiare ebraico, storia, studi biblici ed autodifesa. Dopo sei mesi a Famagosta, i bambini di Selvino ricevettero il permesso di andare in Israele, e nel settembre del 1947 navigarono verso Haifa.
Arrivarono al campo di detenzione inglese di Atlit, e una settimana dopo vennero inviati al kibbutz di Kfar Rupin dove Ester, finalmente, sentì che stava facendo qualcosa di importante per il suo Paese.
Uno zio, che era in Palestina prima della guerra,  Yotvat Esther a Yad Vashem-2016incontrò Ester dopo aver saputo dall’organizzazione “Aliyat Hanoar” della sua sopravvivenza. La invitò a Gerusalemme dove poté incontrare alcuni sopravvissuti della sua famiglia. Lei ne fu entusiasta!
Al kibbutz Kfar Ruppin assistette alla dichiarazione nascita dello Stato di Israele. Ma subito dopo scoppiò la guerra di Indipendenza.Tutti si arruolarono nell’esercito e arrivarono a Ze’elim. Quello fu per tutti un periodo molto difficile ma anche entusiasmante e nessuno se ne lamentò.
Nell’esercito Ester venne addestrata alla radio e lavorò alla stazione di comunicazione del kibbutz. Dopo due anni di servizio, si trasferì a Gerusalemme per essere più vicina alla sua famiglia. Nel 1953 si è sposata con il suo innamorato Eliezer per iniziare finalmente la sua nuova famiglia.
Nel 1954 è nata sua figlia Sara e nel 1959 è nato il figlio Arnan. Per la celebrazione della Giornata della Memoria a Yad Va’Shem, Ester Yotvat ha avuto l’onore di portare i fiori in memoria della sua città di Levov in Polonia e di tutti coloro che sono morti in quella guerra orribile e sanguinosa!
In questo commovente evento è stata accompagnata da suo figlio Arnan e da Roni la più grande delle nipoti, qui insieme in una bella foto.


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