“La storia di una casa: i bambini di Selvino”, video girato in larga parte al kibbutz Tel Yitzhak, il 24 marzo 1992, in occasione di un incontro di ex «bambini di Selvino», montato con immagini di una visita alla colonia Sciesopoli di Selvino che, dal settembre 1945 al novembre 1948, accolse gli orfani ebrei sopravvissuti alla Shoah.

Selvino-Aliyat Hanoar

4-6 Settembre, 1983

A tutti i miei cari (figlie) Shalom e benedizioni.

… Domenica mattina, oltre ai giornalisti che rappresentano i più importanti giornali in Italia, sono arrivati alcuni giornalisti televisivi e registi. Hanno filmato e intervistato. Da Israele abbiamo portato con noi una targa di rame su cui era scritto che cosa è successo in questa casa di Sciesopoli a Selvino. Il giorno prima dell’inaugurazione, la targa è stata coperta con la bandiera israeliana.

Selvino-1945
E’ stato molto emozionante vedere tutti  gli illustri ospiti che sono venuti alla cerimonia: il sindaco, gli amministratori della città, i carabinieri, i vigili e tutte le persone di Selvino e i cittadini provenienti da Milano, che erano stati informati dalla radio.

1983-Selvino-i Famei
La bandiera è stata rimossa ed è stata mostrata a tutti la targa. Ci sono stati molti discorsi commoventi in italiano e tradotti in inglese. La traduzione è stata fatta dalla figlia del dottor Bernardino Baldi, il direttore della casa che vive a Milano.
Il dr. Baldi è rimasto con noi a Selvino sin dal primo momento in cui abbiamo varcato l’ingresso della casa. Ha portato la sua famiglia e siamo stati insieme per tutto il tempo, presi da entusiasmo e sorrisi.
Anche Moshe Ze’iri ha tenuto un discorso, così come Olek per il nostro gruppo (quello che ho sempre chiamato al telefono) …
Abbiamo ricevuto una medaglia per l’intero gruppo, molto ben progettata, ed anche delle bandierine.
Shmulik (lo conoscete) ha portato con sé i saluti e i doni da Tzeelim. Una bandiera della regione di Be’ssor e una foto di Tzeelim.
C’è stata la decisione di formare un gemellaggio tra la città di Selvino e il Kibbutz.

Tra noi c’era Annamaria Torriani Gorini, arrivata appositamente da Boston, per unirsi a noi.
Lei è la moglie di Luigi Gorini, uno dei “Giusti tra le nazioni” che ha ricevuto in Israele, a Gerusalemme, il premio onorario per il suo lavoro con i bambini sopravvissuti alla Shoah.
Era molto commossa e felice di essere con noi. Le ho fatto molte foto e abbiamo avuto diverse conversazioni. Lei mi ha dato il suo indirizzo. Una meravigliosa donna affascinante, sorridente e la sua bontà gocciolava dal viso e da tutta la sua persona.
1946-Luigi Gorini del CLN di Milano
Dopo la cerimonia abbiamo cenato con tutti gli ospiti e poi ci siamo seduti ed è scoppiato il canto. Il personale si è unito a noi, i cuochi e i camerieri, ragazze belle e giocose. Ci sono stati molti complimenti, perché tutto era così bello e per la nostra presenza. Il canto si è esteso alle canzoni italiane ed ero molto felice.

17-Agosto 1983 i bambini ebrei, ormai adulti, nell'atrio della “Sciesopoli”
E se questo non bastasse, nel pomeriggio una delegazione di bambini è venuta da noi, dolci piccoli di tutte le età. Tra di loro vi era anche una bambina di tre anni, bellissima, vestita in abiti folcloristici, pompon, cesti di fiori sulle spalle e due canestri in braccio. Questa è stata una bella parata, colorata e allegra.
Portavano uno striscione “Famiglia di Selvino”. Erano scortati da un’orchestra e due “Mazoretti” gruppi di ballo che hanno ballato con la musica dell’orchestra. Tutto era così colorato e i costumi erano eccezionali nella loro bellezza. Ognuno ballava la musica dell’orchestra. Centinaia di persone locali sono arrivate. Ci siamo seduti sulla veranda della casa e abbiamo cantato Hava Nagila, Hevenu Shalom Aleichem e sempre di più. Era un continuo battere le mani, come se la gente del posto fosse in estasi con gli ex Bambini di Selvino, che ora sono cresciuti e sono diventati nonni …
Nel frattempo è iniziato a piovere e questo grande canto è entrato in casa, ma siamo andati in una delle grandi sale che un tempo era stato il nostro cinema. Abbiamo continuato a divertirci, con una tempesta di “Hurah” accompagnata da canti gioiosi, finché le nostre voci sono diventate rauche.
In serata, di nuovo l’intero gruppo si è seduto con la famiglia Baldi.
Sua moglie era un’ebrea convertitasi per il marito. Poiché lei non era con noi il Venerdì sera, il signor Baldi ha chiesto a Moshe Ze’iri di rifare il Kabalat Shabbat. Tuttavia, poiché nel Motzaey Shabbat non possiamo ripetere il Kabalat Shabbat, abbiamo cantato e portato felicità a tutti.
Quella stessa sera si è formato il gruppo che da allora è collegato a noi. Gli abbiamo dato una mancia e da loro abbiamo ricevuto lo stemma antico di Selvino, che era stato riprodotto per noi e su di esso vi era scritto uno speciale saluto. Alla fine della serata c’è stata una pantomima recitata da un nostro amico che vive a New York e che recita lì.
Il programma era composto da: L’uomo e la scimmia, strip-tis, il sogno di un seguace, il sogno di una vecchia donna, camminare sotto la pioggia e altro. Siamo andati a letto molto tardi.
La mattina seguente, dopo colazione, è stata movimentata per la partenza del personale, il direttore della casa dottor Baldi, la moglie e la figlia, che è stata la nostra traduttrice dall’italiano all’inglese. In mattinata ci hanno portato i giornali locali, che già riportavano vari articoli su di noi.

1983-saluto ex-bambini di Selvino
Siamo partiti per Bergamo. Abbiamo visitato Bergamo vecchia, le chiese e tante antichità. Poi abbiamo navigato sul bellissimo lago Maggiore, e raggiunto un’isola con il nome di “Isola Bella”, dove c’è un antica fortezza, che è stata ricostruita da Napoleone. Tra l’altro abbiamo visto il suo letto, dove ha fatto l’amore con Josephin e forse con poche altre bellezze e amanti. La fortezza apparteneva alla marina militare che ha mantenuto i passaggi delle navi. Le sale interne sono stata costruite e decorate con pietre e materiali locali.
La fortezza è circondata da un bellissimo giardino e due pavoni bianchi s’aggiravano intorno a esso. Naturalmente c’era anche un mercatino di souvenir … tutti stavano comprando, scattando foto e volevano essere fotografati. Abbiamo continuato lungo il lago Maggiore e siamo arrivati a Bellinzona. Abbiamo alloggiato in un hotel a tre stelle. Tutto era pulito e immacolato. Dal portico una splendida vista sulle montagne che si rifletteva sul lago con i fari accesi nella notte.

La sera mi sono ricordata di casa e ho chiamato. Mi sono commossa alla voce di Yaeli. Spero che vi sia piaciuto il matrimonio – Michali e Tammy.
Martedì 6 settembre 1983 abbiamo attraversato il confine con la Svizzera, senza eventi particolari ed anche senza il controllo del passaporto … “

Leah Ben-Dov – Spivak
Selvino, 1983

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